PIR in amministrato (o “PIR fai da te”): l’osservatorio sui PIR di Plus 24 pubblicato il 29 settembre 2018 fornisce l’occasione per tornare su un argomento che gli operatori del risparmio gestito (reti di promotori finanziari, banche ed Sgr) sostanzialmente trascurano, ma di particolare rilevanza per gli investitori e per tutti coloro che si occupano di consulenza finanziaria e patrimoniale.
I costi del PIR gestito
La fotografia scattata da Plus24 sui fondi PIR a fine agosto 2018 individua i costi di gestione correnti (“ongoing charge”) applicati dai fondi attivi che in alcuni casi raggiungono anche il 2,79% (Plus 24 segnala una estrema variabilità dei costi correnti, da un minimo di 0,89% ad un massimo del 2,79%) e ai quali occorre aggiungere i costi di ingresso e le commissioni di performance.
Il costo effettivo forse l’investitore lo conoscerà solo con i prossimi rendiconti che giungeranno nei primi mesi del 2019 secondo i canoni di trasparenza dettati dalla MIFID II.
Completamente diversi i costi degli ETF PIR quotati su Borsa italiana, le cui commissioni oscillano tra lo 0,3% e lo 0,4%, senza costi di ingresso né di performance. Essi, tuttavia, possono essere inseriti solo in PIR in regime amministrato aperti presso un intermediario abilitato che sia in grado di gestire le complessità fiscali e normative della disciplina PIR e fornire la corrispondente consulenza e assistenza all'investitore.
Il PIR amministrato o “Fai da te”: costi trasparenti, diversificazione, efficienza
Nel PIR amministrato [1] che l’investitore può aprire direttamente presso un intermediario abilitato (si veda ad esempio la modalità di apertura del PIR con Fides Società fiduciaria) non vi sono commissioni di ingresso o di performance, ma solo costi di amministrazione fiscale e legale del PIR e costi fissi di acquisto dei titoli.
Dal punto di vista operativo, con il PIR in amministrato si possono inserire uno o più ETF PIR conformi tra quelli quotati in Borsa fino a concorrenza del 70% della somma investita (per rispettare il vincolo di composizione) scegliendo sia tra quelli che al loro interno già diversificano tra strumenti finanziari di emittenti italiani e di emittenti stranieri, sia tra quelli che sono esposti interamente al settore Italia[2], allocando la quota libera del 30% in ETF che diversificano per area geografica (es. Mondo od extra Ue) ovvero per settore industriale o per altra variabile, con una amplissima capacità di frammentazione del rischio, a costi estremamente ridotti (le commissioni di gestione dei grandi fondi passivi dei principali operatori internazionali stanno scendendo verso valori prossimi allo zero)[3].
Un PIR in amministrato composto da ETF, da ribilanciare periodicamente (p.es. ogni 6-8 mesi) per verificare il mantenimento dei parametri di rischio e volatilità predeterminati, rappresenta una scelta semplice per l'Investitore, a bassissimo costo e con accesso alle esenzioni fiscali.
Il versamento delle somme nel PIR gradualmente nel corso dell'anno e l'investimento frazionato negli ETF inseriti nel portafoglio consente di ridurre anche il rischio relativo al momento di accesso al mercato, circostanza che statisticamente influisce notevolmente sul profilo di rischio e rendimento di un portafoglio investito nel medio lungo periodo.
Il costo complessivo di gestione normativa e fiscale del PIR con ETF si colloca normalmente non oltre lo 0,90%-0,95% (è il caso di Fides Società fiduciaria; si veda la sezione costi per maggiori informazioni).
Costi in ogni caso trasparenti senza alcuna componente di performance né oneri di ingresso.
Il risparmio, ad esempio, rispetto alle commissioni correnti del 2,79% rilevate da Plus 24 per uno dei fondi monitorati (a cui vanno aggiunte quelle di ingresso e di performance) significa una riduzione dei 2/3 (circa 1,84% annuo e 9,2% sui cinque anni di detenzione del PIR sul valore delle attività in amministrazione). Minori costi che si traducono automaticamente - in caso di rendimento pari a zero o positivo dello strumento finanziario in quanto tale - in redditi esenti.
La funzione dell’intermediario che amministra il PIR “fai da te”
L’intermediario abilitato, come Fides Società fiduciaria, presso il quale il PIR viene aperto o trasferito da un altro intermediario (p.es. SGR o Banca), svolge il ruolo fondamentale di verifica e monitoraggio del rispetto delle condizioni di legge per beneficiarie delle esenzioni fiscali. Il trasferimento del PIR in precedenza costituito preso un altro intermediario è fiscalmente neutrale, nel senso che si mantengono in continuità le condizioni di esenzione anche in caso di liquidazione dei titoli precedenti, ove non trasferibili, purché il controvalore venga reinvestito nei successivi 90 giorni.
Il suo ruolo non è quello di un normale depositario di titoli, dovendo applicare una normativa speciale, con regole proprie, meccanismi operativi diversi da quelli seguiti dalle banche nell'amministrazione di un normale dossier titoli. Assume conseguentemente rischi operativi che riesce a remunerare mantenendo bassi i costi per gli utenti solo in seguito allo sviluppo di procedure automatizzate ed efficienti. Non si tratta di ruolo passivo, ma di grande responsabilità, a volte non ben percepito dai consulenti finanziari che approcciano i PIR solo dal lato finanziario.
Senza l’intermediario abilitato e il suo lavoro di consulenza ed assistenza a favore dell'investitore ai fini dell'applicazione della normativa e della prassi amministrativa, la norma di esenzione non funzionerebbe.
Fides Società fiduciaria ha individuato come uno dei propri settori di attività specialistici, quello dell’amministrazione dei PIR in regime amministrato, fornendo la relativa assistenza e consulenza, e sviluppato procedure automatizzate di controllo dei limiti e vincoli di legge previsti per l’esenzione dei redditi e dei capital gain.
Probabilmente è l’unica, attualmente, a gestire professionalmente l’apertura di PIR a minori e a seguire la procedura di autorizzazione presso gli uffici dei Giudici tutelari.
Fides Società fiduciaria ha sviluppato un modello di costituzione ed organizzazione del PIR unico attivabile anche on line da smartphone, tablet o pc. Puoi aprirlo accedendo all'area riservata.
[1] Informazioni e chiarimenti sulla disciplina PIR si possono trovare nella sezione Domande frequenti del sito che Fides Società fiduciaria ha dedicato ai Piani individuali di risparmio.
[2] Alla data del 29 settembre 2018 (fonte: schede prodotto rilasciate dalle singole società), uno solo tra gli ETF quotati sulla Borsa italiana, ha dichiarato una politica di investimento che prevede un 75% circa di attivo investito su strumenti di emittenti italiani ed un 25% circa su strumenti di emittenti stranieri, europei e non europei. Sarebbe interessante che si affermino ETF che investono la quota vincolata del 70% in prevalenza o in via esclusiva in società europee con stabile organizzazione in Italia (Piani individuali di risparmio senza rischio Italia).
[3] Oltre a ciò si noti che molto spesso gli Etf ottengono rendimenti migliori dei fondi attivi (si veda a proposito Plus 24 del 29 settembre 2018, p. 6).